Viss Travel – Agenzia di Viaggi Roma

Quando viaggi resti a bocca aperta, incantato di fronte a un murales? Nei tuoi viaggi ti ritagli uno spazio di tempo per visitare i luoghi della Street Art?

Allora, ti invitiamo a proseguire la lettura perché andremo a scoprire alcuni dei luoghi più belli e importanti per la Street Art in Italia.

Infatti, abbiamo intervistato Doralisa d’Urso, fotografa professionista, guida turistica, collaboratrice della nostra agenzia, che organizza workshop fotografici sulle tracce della Street Art.

Doralisa ci prenderà per mano in questo viaggio alla scoperta dei murales.

Doralisa è una fotografa professionista che coltiva la sua passione per la fotografia fin da bambina.

Dopo la Laurea in Scienze della Comunicazione con una tesi sul fotogiornalismo, ha iniziato a collaborare con professionisti del settore e con alcune testate giornalistiche.

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Doralisa D’Urso – Fotografa e Guida turistica

Oltre alla passione per la fotografia, Doralisa coltiva l’amore per l’Antropologia, la Sociologia e la Psicologia.

E oggi, con Viss Travel, organizza viaggi fotografici e viaggi di gruppo con un taglio unico e particolare.

Infatti, le esperienze di viaggio che propone scavano nel substrato, nelle tradizioni, nel folklore, nella dimensione socio-antropologica del luogo restituendone uno sguardo insolito e affascinante.

Se vuoi conoscere di più su Doralisa e i viaggi di gruppo che organizza con noi di Viss Travel, ti invitiamo a leggere il nostro articolo I nostri Viaggi di Gruppo: un Turismo Esperienziale. 

Invece, se sei interessato a vivere un viaggio fotografico organizzato da Doralisa d’Urso e Viss Travel, leggi il nostro articolo Viaggi fotografici: le nostre proposte per scoprire un’Italia insolita!

Se sei interessato alla Street Art, ti consigliamo di leggere anche il nostro articolo Torino Svelata: dai Savoia, a città del turismo e dell’avanguardia culturale e artistica, dove dedichiamo ampio spazio alla Street Art presente nel capoluogo piemontese.

Ma ora, bando agli indugi.

Andiamo a conoscere meglio la Street Art e come approcciarci ad essa.

Workshop fotografici alla scoperta della Street Art

Doralisa, tu sei una grande amante della Street Art e dei murales. Ci parli dei workshop fotografici che proponi alla scoperta della Street Art.

Certo, con piacere.

Da anni porto avanti la rassegna fotografica On the Road nei quartieri periferici di Roma, come Villaggio Falcone e Corviale.  

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Jorit – Credit Doralisa D’Urso

Sono luoghi molto particolari dal punto di vista del contesto sociale e si trovano ai margini della città.

On The Road è un viaggio fotografico alla scoperta delle periferie romane e della Street Art.

Con On The Road ci avviciniamo al luogo catturandone sia la dimensione artistica sia il contesto sociale e antropologico.

Ed è per me un modo di raccontare questi quartieri, di indagarli e conoscerli attraverso la fotografia.

Perché conoscere i luoghi della Street Art

Perché in un viaggio è importante vedere i luoghi dove vi sono i murales?

Prima di risponderti, concedimi una breve parentesi.

Indagare i quartieri con murales, mi ha sempre interessato molto.

Un interesse che è una conseguenza della mia attenzione per l’aspetto sociale e antropologico di un luogo e per il vissuto di uno spazio urbano.
Uno spazio urbano che, attraverso una riqualificazione, un’opera di miglioramento con colori e disegni, attraverso la Street Art e i murales, può diventare luogo di interesse e dismettere il suo essere luogo di segregazione, di periferia abbandonata.

Voglio raccontare un episodio per far capire cosa intendo e perché tengo particolarmente a queste rassegne, a questi workshop fotografici nelle periferie.

Durante un workshop a villaggio Falcone abbiamo incontrato dei ragazzini che vivono nel quartiere e che ci hanno detto di non aver mai visto il Colosseo.

Questo ci ha colpito, ma non ci ha stupito perché è un quartiere, una periferia talmente tanto abbandonata che non è completamente collegata al resto della città e vive in uno stato di segregazione totale.

Per cui andare sul luogo, con un workshop fotografico, significa superare una barriera: l’occasione è data dal desiderio di fotografare i murales, ma l’indagine è più ampia, coinvolge il contesto.

jorit murales
Jorit – Credit Doralisa D’Urso

Noi portiamo la nostra esperienza di fotografi e queste rassegne On the road sono un tentativo di andare oltre il conosciuto, di andare oltre la zona di comfort.

E queste rassegne non sono solo a Roma, ma anche a Napoli. 

E devo dire che sono molte le persone che partecipano perché hanno colto lo spirito, il messaggio che lanciamo, l’interesse fotografico e sociale di queste esperienze.

Nella periferia di Napoli, a Ponticelli, un quartiere con diverse problematiche sociali, opera l’associazione Inward con cui sono entrata in contatto.
Inward ha dato il via a una grandissima opera di riqualificazione di questo spazio coinvolgendo artisti quali Jorit.

Questi street artist hanno rappresentato il quartiere, hanno dipinto queste case popolari costruite nell’epoca post terremoto.

E in questi luoghi vivi una realtà diversa da quella a cui siamo comunemente abituati.

Per farti un esempio non trovi supermercati, ma c’è ancora il carrettino che porta il pane o la frutta.
Oppure il carrettino dei casalinghi che passa nel quartiere con il megafono

È una realtà diversa e noi siamo entrati al rione Merola: senza la Street Art, senza il workshop fotografico, sarebbe stato molto più segregante.

E abbiamo avuto un’accoglienza strabiliante e, ancora oggi, quando ci penso, mi viene la pelle d’oca.

Siamo stati accolti benissimo, come dei testimoni che vogliono raccontare quello spazio.

E di queste esperienze di workshop fotografici sulle tracce della Street Art nelle periferie, mi affascina anche un altro elemento, puramente estetico.

Io credo che se tu esci di casa e vedi solo grigio (perché queste periferie hanno edifici degradati) ti immagini così anche il futuro, un futuro grigio.

Ma se esci di casa e vedi il tocco di colore dei murales, della Street Art, l’immagine del tuo futuro cambia, si fa a colori.

Tanti dicono “Un murales non risolve i problemi che ci sono nel quartiere”: forse è vero.

Ma un murales ti cambia l’approccio: il fatto di vedere quel tocco di bellezza, soprattutto per le nuove generazioni, dà la possibilità di poter sognare, di poter pensare che qualcosa di colorato ci può essere nella vita.

E, soprattutto, la Street Art consente a determinate persone di varcare i confini che altrimenti non varcherebbero: io mai mi sarei sognata di andare a Ponticelli se non ci fosse stata la Street Art come luogo d’attrazione.

Gli artisti e i luoghi della Street Art più interessanti

Qual è l’artista di murales che ti ha colpito di più e perché?

Diciamo che nel corso degli anni la mia esperienza e conoscenza è aumentata.

murales Italia Campania
Jorit – Credit Doralisa D’Urso

Se mi avessi posto questa domanda qualche anno fa, ti avrei detto Blu: pensa che sono andata fino a Cracovia solo per vedere le sue opere.
Mi piacciono i suoi colori e ritengo che abbia fatto delle opere bellissime nelle periferie.

A Casal de’ Pazzi ha dipinto le enormi facciate degli edifici con colori meravigliosi. Sono sicuramente opere da fotografare.

Oggi, apprezzo Jorit per quel suo segno grafico della Human Tribe: un simbolo per dire che siamo tutti uguali, tutti così simili.

Mi piace questa sua filosofia e l’aspetto ritrattistico delle sue opere.

Mi piace Luis Gomez de Teran per quell’aspetto così crudo delle sue opere che mi ricorda tanto Caravaggio.

Questi sono i miei 3 preferiti, ma voglio anche ricordare Alice, perché, tanti anni fa, lei è stata la prima street artist a farmi appassionare ai murales per il suo stile onirico, così genuino.

Quali sono i luoghi più importanti o più interessanti per la Street art?

Sicuramente le periferie.
Consiglio di andare a vedere e conoscere i murales di Blu a Casal de Pazzi, a Roma.

Sempre a Roma, a Primavalle consiglio il murales di Luis Gomez de Teran su una scuola.

Nel quartiere Tufello c’è il volto di Valerio Verbano dipinto da Jorit: è un dipinto che ricorda l’omicidio di Valerio e tutta la storia dell’antifascismo collegato alla borgata.

Sempre al Tufello si trova anche il murales che celebra Gigi Proietti nella via dove lui è cresciuto.

Un altro luogo che consiglio è il quartiere San Basilio di Roma.

L’opera di riqualificazione del quartiere è avvenuta anche grazie agli abitanti del quartiere, a una partecipazione attiva che si è manifestata anche solo, semplicemente, accogliendo e coccolando gli artisti, portando un caffè.

E all’estero, quali luoghi della Street Art consigli di visitare?

All’estero non ho fatto viaggi fotografici.

Ma è un progetto che ho in cantiere e che sto sviluppando proprio con voi di Viss Travel.

Comunque, sicuramente consiglio Londra alla ricerca dei murales del quartiere Brick Lane

E consiglio una visita ai murales del Muro di Berlino.

Perché un murales ci permette di conoscere meglio un luogo

Cosa ci dice o ci può dire un murales su un luogo e la sua storia?

Un murales ci racconta molto di un luogo e della sua storia.

Vediamolo attraverso alcuni esempi.

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Jorit – Credit Doralisa D’Urso

Il murales di Valerio Verbano nel Tufello ci racconta la storia legata a quel posto: ci racconta di un omicidio di probabile matrice fascista in un quartiere di sinistra.

Il murales di Gigi Proietti nel Tufello ci racconta tanto della sua simpatia, della sua ironia, della sua romanità: il suo spirito è nato proprio in questo quartiere, in questa dimensione.

E, quindi, il suo murales ci racconta dello spirito di questa borgata in cui è cresciuto.

Il murales di Blu a Casal dei Pazzi racconta l’evoluzione delle specie dall’origine del mondo: si sofferma anche sullo sviluppo della tecnologia.

Ci racconta anche molto del luogo perché è inserito su un territorio in cui sono state rinvenute delle ossa di mammut, e si trova nei pressi del Museo di Casal de’ Pazzi in cui sono esposte queste ossa.

Come può un murales raccontare una storia o prendere posizione rispetto a una problematica? Ci puoi fare qualche esempio?

Per risponderti prendiamo qualche spunto dai murales di stampo cinematografico come quello di Luis Gomez de Teran a Primavalle.

Il murales si ispira a un film di cui è attrice Anna Magnani.

Quando si va sul posto per fotografare e io propongo un’analisi critica, lo spezzone del film mi fa da collegamento per indagare la dimensione sociale e culturale.

Un altro esempio?

Il murales del Tufello di Verbano mi permette di esplorale la dimensione sociale, storica e politica del quartiere e del significato dell’omicidio di Valerio.

Come approcciarsi e fotografare un murales

Che differenza c’è tra un murales e un quadro?

Bella domanda!
Nel quadro si ha una tela bianca, che poi il pittore dipinge.

Invece, gli street artist devono fare i conti con cosa già è presente, con il contesto, con gli edifici.

Dipingono all’interno di un contesto, ci sono delle finestre, degli infissi, delle porte: il loro è un lavoro di integrazione tra la parte estetica e l’aspetto esterno, materiale, che è il luogo stesso.

Quindi il murales è una forma di rappresentazione visiva in cui l’artista deve fare i conti con qualcosa che è già strutturato urbanisticamente, già pronto, e quindi deve andare ad applicare la sua creatività.

Se ci pensiamo, anche la fotografia ha delle analogie con la Street Art.

Con la fotografia, a differenza del quadro, non hai la tela bianca.

Nella fotografia hai una tela già dipinta su cui devi fare un lavoro di interpretazione e, quindi, devi andare a ripensarla.

Non sei in presenza di una tabula rasa, ma hai un qualcosa, un materiale, una forma che reinterpreti.

A cosa bisogna prestare attenzione in un murales?

Quando fotografiamo i murales, faccio sempre lavorare su due aspetti.

Uno è quello dei particolari: per esempio sui contrasti di colore, delle forme, delle linee.

Insomma, faccio ragionare i partecipanti un po’ alla maniera di Kandinskij: ossia quanto un colore può assumere una forza espressiva in un Forma e viceversa.

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Credit Doralisa D’Urso

Il secondo aspetto su cui lavoriamo (che è quello che mi affascina di più) è la relazione del murales all’interno del contesto urbano, cioè quanto e in che modo il murales si inserisce nello spazio urbano.

Per tradurre nel linguaggio fotografico, si può dire che nel primo caso siamo di fronte a una visione da teleobiettivo, nel secondo caso a una visione grandangolare.

E una visione non esclude l’altra, anzi. I due modi di procedere, fotografare, indagare, portano a una visione d’insieme ricca e suggestiva.

Chiudiamo con una domanda per i nostri lettori che amano la fotografia: ci dai qualche piccolo consiglio per fotografare la Street Art con la reflex o la mirrorless, e con lo smartphone?

Certo, con piacere.

Allora per fotografare la Street art con la reflex consiglio di sperimentare le diverse lunghezze focali.

Quindi, suggerisco di riprendere un murales ad esempio con un grandangolo in modo da raccontare la contestualizzazione di quell’opera nello spazio urbano in cui è stato inserito, in cui è stato pensato.

Per lo smartphone consiglio di fare lo stesso lavoro magari “andando di ginocchia” come diceva Cartier Bresson: ossia, muoversi con le gambe andando un po’ avanti e un po’ indietro e provare a trovare dei punti di ripresa più inconsueti.

Insomma, credere nel proprio corpo spostandosi nello spazio, creando angoli di visione diversi.

Questo consiglio vale anche per chi fotografa con la reflex.

Per esempio, provare dal basso verso l’alto, salire su un muretto, su un gradino, trovare dei punti di ripresa che vanno oltre il semplice movimento di alzare le braccia e fotografare.

Lo smartphone si presta molto a degli sguardi inconsueti, a una fisicità maggiore perché pesa molto meno di una reflex.

E, quindi, dà grande libertà di movimento perché è una prosecuzione del corpo, se vogliamo.

La fisicità della fotografia è un elemento importante perché ti fa recuperare il rapporto con lo spazio.

Rapporto fondamentale per chi opera con la fotografia.

Grazie mille Doralisa, ci hai portato uno sguardo inedito e molto interessante su come approcciarsi ai murales.

Ci hai fatto capire quanto sia importante visitare i luoghi della Street Art.

Infatti i murales ci permettono di indagare un luogo da un punto di vista artistico, sociale, storico e politico per averne una visione più completa e ampia.

Grazie a voi, è stato un piacere. E invito tutti a dedicare del tempo, magari durante una vacanza, per scoprire queste meravigliose forme di arte urbana!

Se anche tu vuoi sfidarti con un Viaggio fotografico sulle tracce della Street Art,

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